COSA VEDERE E COSA FARE A CALCATA

Partendo da Roma percorrendo la Cassia ,dopo circa 40km si arriva a Calcata, un borgo Medioevale in provincia di Viterbo. Dopo l'ultima curva appare questo paesino arroccato su uno sperone di roccia, sembra quasi sospeso nel vuoto. Circondato dalla verde Valle del fiume Treja. E' un borgo molto particolare, come sono particolari e stravaganti i suoi abitanti. Attraverso un portale si accede all'interno del paesino, camminando per i viottoli si respira una magica atmosfera. Qui il tempo sembra si sia fermato anni indietro, Camminando si incontrano botteghe e negozi di artigianato, sale da the , uno splendido forno che fa dolci molto buoni e vari tipi di biscotti : alla cannella, al cocco , all'arancio e cioccolata. Inoltre ci sono una serie di ristorantini per tutti i gusti, a Calcata dove si va si mangia sempre bene. Non è difficile incontrare dei personaggi singolari o artisti di strada che improvvisano uno spettacolo per il pubblico. Da sottolineare che il paese è molto pulito, gli abitanti sono molto attenti all'ambiente.

Il borgo è intervallato da archi e scalinate, che spesso consentono di vedere la vallata, fitta di alberi e boschi, sottostante e invita al passeggio, anzi è la sola cosa che consente, racchiusa com’è entro poco spazio, dove ogni cosa si tiene ben stretta alle altre. Calcata sorge infatti su uno sperone di roccia, le si aggomitola sopra, sospesa in alto come un nido d’aquila, a dominare l’altezza: ci guadagna il colpo d’occhio quando se sei dentro il borgo, affacciandoti a uno dei tanti punti panoramici vedi l’abisso sia quando, da fuori, lo scorgi venir fuori dalla roccia compatta come in rilievo. Tra le stradine regna un’atmosfera cordiale e di festa, spensierata e rilassata, quasi goliardica, perfetta per la classica gita fuori porta. Anche per questo, Calcata è frequentata e amata dai più giovani. L’abitato è raccolto in un fazzoletto di terra e costruito sopra uno sperone tufaceo, preceduto da una porta d’ingresso monumentale che t’introduce al suo interno. Appena dentro l’impressione di compattezza e di forza, nata alla vista in lontanaza di mura, case e palazzi, come un tutto, è confermata dal colore omogeneo dell’intero abitato, un grigio pietra che dà il tono a quanto ti circonda. Intanto ti si apre dinnanzi la bella piazza con il palazzo del comune, il CASTELLO BARONALE del XIII sec. (fu eretto dagli Anguillara), e il monumento a ricordo dei caduti della seconda guerra mondiale. La serie delle torrette d’avvistamento consentono un primo sguardo all’esterno, sulle forre che si spalancano di sotto e che sospingono lo sguardo in lontananza. Se ti giri per ritornare sulla piazza, incontri i piccoli negozi, le boutique di gusto, i ristorantini, che ti accompagnano per l’intera passeggiata. Così si esprime il lato festaiolo e turistico del paese. Le stradine laterali, con archi e archetti, scale e scalinate sono anche più interessanti, ti conducono agli angoli più nascosti e belli, ti spingono a guardare anche all’esterno dove si apre la vallata. Da visitare il cosiddetto “GRANARONE”, un antico granaio del 1670, salvato dal degrado dopo gli anni cinquanta e restaurato, oggi sede di una associazione culturale. Qui vai a goderti lo spettacolo di un borgo che pare conservarsi intatto, in superba posizione panoramica, dove abitazioni e negozi, piazze e piazzette, bar e ristoranti vivono in simbiosi, stretti gli uni agli altri, materialmente così contigui che la separazione fra abitudini e stile di vita in casa e fuori risulta minima. Qui tutti si conoscono, apprezzano la tranquillità che nasce dalla sicurezza, la serenità che deriva dal piccolo. Vai per passeggiare e vedere negozi, scoprire angolini pittoreschi, chiaccherare con la gente del posto, affacciarti alle mura, infine sederti in un buon ristorante casalingo salvo non ci sia troppa gente all’ora di punta. Talmente raccolto e minuto, il borgo non può, per sua natura, reggere un eccessivo afflusso di persone. Intorno ci sono la valle del Treja e, a Nord-Est, la zona del Lago di Bracciano, certamente da visitare.

PARCO VALLE DEL TREJA

Il Parco Regionale Valle del Treja, istituito nel 1982, interessa un territorio di circa 650 ettari situato nel medio tratto del fiume Treja, affluente di destra del Tevere. Ricade nei Comuni di Mazzano Romano e Calcata, rispettivamente nella Provincia di Roma e in quella di Viterbo. Il territorio del Parco è fortemente caratterizzato dal paesaggio delle forre, pareti verticali scavate nelle rocce vulcaniche dalle acque del fiume, circondate da dolci rilievi collinari coltivati a seminativi, orti, vigneti, uliveti e noccioleti. Il corso del fiume, nei punti di maggiore consistenza delle rocce in cui è scavato l'alveo, è interrotto da suggestive cascate grandi e piccole, tra cui spiccano quelle di Monte Gelato, in corrispondenza delle quali sorge un antico mulino ad acqua. L'area per oltre la metà è coperta da boschi, quasi tutti di proprietà pubblica. La formazione vegetale più comune è quella dei boschi misti di querce, quali cerro e roverella, insieme ad acero, carpino e nocciolo. Lungo il corso d’acqua prevalgono le specie igrofile, ossia amanti dell’acqua, quali salici, pioppi e ontani, mentre sul bordo delle forre dominano le specie più termofile, quelle che amano gli ambienti più caldi, come lecci e bagolari. Nel “cuore” del Parco è presente una importante area archeologica. I più antichi reperti archeologici trovati nella zona risalgono all’età del bronzo (1440-1200 a.C.). La grande estensione delle numerose necropoli (dal IX-VIII secolo a.C. fino al IV-III secolo a.C.) attesta la presenza di un centro di rilevante importanza e grandezza, il cui nucleo più antico è stato individuato ai piedi della collina di Narce. I numerosi reperti rinvenuti nelle necropoli sparse in tutto il territorio del Parco e nelle sue immediate vicinanze testimoniano una grande e antica vivacità culturale. Attualmente gran parte degli oggetti recuperati nelle numerose campagne di scavo condotte tra la fine dell’800 ed i primi decenni del secolo scorso sono esposti al Museo Archeologico di Civita Castellana e al Museo Nazionale di Villa Giulia, a Roma. Ancora oggi nel Parco è possibile ammirare i resti di numerose tombe, delle vie di comunicazione, dei cunicoli costruiti a scopo idraulico e di fortificazioni erette a difesa dell’antica città di Civita Castellana, famosa per essere stata, in epoca preromana, la capitale della popolazione dei falisci. Ai piedi dell’altura di Monte Li Santi, a pochi metri dalla sponda destra del Treja, sono visibili i resti di un antico edificio monumentale adibito probabilmente al culto della fertilità femminile. Il Parco Valle del Treja è visitabile in tutte le stagioni; il percorso lungo il fiume, con i suoi mulini e cascate, è particolarmente suggestivo e denso di significati ambientali, ma anche ricco di scorci e paesaggi di rara bellezza. I piccoli centri di Mazzano Romano e Calcata sono celebri per le loro caratteristiche posizioni, per le viuzze dei centri antichi, per i panorami particolarissimi.